Mediaset è Incostituzionale

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di Mauro Miccolis

Costituzione Italiana Art. 41: L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Avete mai provato a valutare il servizio dei canali Mediaset alla luce dell’articolo 41? Specie dopo le ultime vicende relative alla falsa Aquilana? Quale è l’utilità sociale di una farsa come questa organizzata da Mediaset? Ovviamente nessuna, Mediaset (di proprietà del Presidente del Consiglio Italiano) pratica disinformazione, danneggiando i cittadini, non permettendo loro di formulare una giusta opinione sull’incapacità del governo italiano nel gestire la crisi del terremoto dell’Aquila.

Avverto sempre di più l’esigenza di riformare la televisione italiana, pubblica e privata: la televisione appare come un veicolo comunicativo di grande immediatezza e semplificazione, sappiamo che è uno strumento capace di modificare l’interazione sociale in tutti gli ambiti della vita da quelli più intimi e privati a quelli pubblici e politici. Spettacolarizzazione,  realtà, violenza, storie comuni e fatti singolari diventano gli ingredienti della nuova comunicazione in cui si riflettono i cambiamenti della società. Se da un lato bisogna riconoscere le potenzialità culturali, non bisogna dimenticare che la Tv è anche uno strumento fortemente manipolatorio, che vincola le scelte degli individui e rischia di annullarne la capacità critica. Già Sir Karl Raimund Popper in “Cattiva Maestra Televisione”  analizza la pericolosità della TV e chiede regole stringenti per l’uso di uno strumento capace di modificare e plasmare costumi e idee minando le basi stesse di una società libera.

La pericolosità principale della TV è che un centro dispensa informazioni ad un pubblico passivo, che non ha l’opportunità di intervenire e controbattere, questo ovviamente consente a chi ha in mano le televisioni di condizionare potentemente l’opinione pubblica, imponendo delle mode, addormentando il sospetto legittimo del cittadino nei confronti di qualsiasi autorità.

Per tutte queste ragioni, chi fa televisione deve rispettare delle regole, iniziando dall’articolo 41 della Costituzione Italiana; chi fa televisione dovrebbe aderire ad un codice etico e deontologico.